Alla ricerca del Sangiovese più resistente



Da alcuni anni il CREA* e la Fondazione MACH di San Michele all’Adige, istituzioni di riferimento in Italia e tra le più prestigiose in Europa per la ricerca in campo agronomico, stanno lavorando a un progetto di selezione di varietà di viti resistenti alle principali malattie fungine, oidio e peronospora. Malattie molto aggressive per la vite, che obbligano i viticoltori a trattamenti in vigna.

La continua ricerca di metodi di coltivazione più sostenibili e rispettosi della biodiversità del nostro territorio, unita all’amore per il vitigno principe del Chianti Classico, ha spinto Francesco Ricasoli e il suo team tecnico a dare il proprio contributo partecipando a questo studio con il Sangiovese di Brolio. Il progetto è coordinato dall’agronomo Massimiliano Biagi, dai primi anni Duemila impegnato nello studio di questo nobile vitigno.

Negli anni passati CREA e MACH hanno lavorato all’identificazione delle piante donatrici. E così nei giorni di fioritura nelle nostre vigne le ricercatrici del MACH sono arrivate a Brolio con un prezioso carico di fiori di una specie di vite naturalmente resistente alle varie malattie e una grande affinità genetica con il nostro Sangiovese, per avviare il processo di incrocio. I fiori di Sangiovese sono stati “demasculati” e messi a contatto con il polline della pianta donatrice e così sono stati fecondati circa 50 grappoli che daranno vita, in condizioni climatiche ideali, fino a 5.000 semi. Tutti i vinaccioli saranno presto seminati con l’obiettivo di ottenere dalle 1.000 alle 2.000 piantine che, appena svilupperanno le prime foglioline, saranno infettate per verificarne il grado di resistenza

Spiega Massimiliano Biagi: “L’obiettivo è non soltanto dare vita a piante più resistenti per poter ridurre i trattamenti in vigna, anzi, possibilmente eliminarli del tutto, ma ovviamente anche che queste viti mantengano l’altissimo livello di qualità di uve di Sangiovese che danno vita ai nostri Chianti Classico e non solo. Occorrerà attendere ancora qualche anno per avere la conferma sui risultati, periodo in cui dedicheremo massima cura e dedizione a questo progetto”.

*Il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, che fa capo al Ministero delle Politiche Agricole, sede di Arezzo, di cui è direttore il dottor Paolo Storchi.