Il Polittico di Ugolino di Nerio del Castello di Brolio



In attesa di poter riaprire ai visitatori le porte del Castello di Brolio e del suo Museo, vogliamo presentarvi uno dei più grandi tesori d’arte qui custoditi, particolarmente amato dalla famiglia Ricasoli e fonte di grande meraviglia per chi lo può ammirare: il Polittico di Ugolino di Nerio. Datato attorno al 1320 rappresenta su fondo oro la Madonna col Bambino, affiancata dai Santi Pietro, Paolo, Giovanni Battista e Giovanni Evangelista.

L’artista è figura importante della scena artistica toscana della sua epoca, tanto da essere menzionato dal Vasari nella sua opera Vite. Poco si conosce della sua biografia: dopo un apprendistato iniziale presso il padre, anche lui pittore, pare che sia stato uno stretto collaboratore di Duccio di Buoninsegna a Siena. Tra le sue opere più note si contano i meravigliosi polittici degli altari delle basiliche fiorentine di Santa Maria Novella e di Santa Croce, quest’ultimo smembrato tra le sale di importanti musei europei e statunitensi.

Il polittico di Brolio fu trasferito qui attorno al 1874 dalla vicina Pieve di San Polo in Rosso, allora di proprietà della famiglia Ricasoli, dal “Barone di Ferro” Bettino, che lo fece sottoporre a un primo accurato restauro e, successivamente, lo posizionò nella cappella del Castello. Qui rimase per lungo tempo, come testimoniano foto dell’Archivio storico Alinari, fino a che, ricorda Francesco Ricasoli, il padre lo fece trasferire all’interno della villa per “proteggerlo”.

Oggetto di un secondo, più recente restauro, è oggi posizionato nella più scenografica sala del Castello, la Sala D’Arme, dove sembra cercar di attirare lo sguardo dei visitatori. Il dettaglio che amiamo: il Bambino che stringe il velo della Madre, un gesto di grande umanità.