Vin Santo Castello di Brolio



Non poteva mancare qui a Brolio una ricetta tutta nostra per la produzione del Vin Santo, vino della tradizione toscana alla quale Ricasoli rende omaggio con “un’interpretazione epica”, come scrive la nota degustatrice statunitense Monica Larner di robertparker.com in una delle sue ultime recensioni.

Frutto di vigne vecchie di circa quarant’anni d’età, le uve Malvasia con un tocco di Trebbiano e Sangiovese del Vin Santo Castello di Brolio vengono raccolte i primi di ottobre, a vendemmia avanzata, quando un elevato contenuto zuccherino può garantire il lungo processo di maturazione che questo vino deve affrontare. Dopo una selezione estrema, i migliori grappoli “spargoli”, con acini radi, sono portati in piccole cassette da 18kg nelle stanze dedicate della nostra fattoria, grandi e ben areate. Qui sono lasciati appesi ad appassire, metodo che, rispetto al più comune appassimento su graticci, ha il grande vantaggio di lasciar circolare meglio l’aria e far sì che le uve si asciughino in modo più sano.

Dopo circa tre mesi i grappoli vengono staccati uno ad uno e messi in pressa senza diraspatura. Segue una breve macerazione sulle bucce in vasche d’acciaio, dopo di che il mosto viene trasferito nei “caratelli” per la fermentazione. Sono piccole botti in legno dalla forma allungata, riempite solo per tre quarti per permettere al vino di fermentare e invecchiare almeno quattro anni, anche se nelle ultime annate l’abbiamo lasciato riposare fino a 8 anni: un tempo necessario per sviluppare la dolcezza e gli aromi tipici che rendono il nostro Vin Santo così speciale.